Quante volte vediamo volare in cielo un palloncino sfuggito per sbaglio dalla mano di un bambino, oppure gruppi di palloncini appositamente lanciati in cielo in occasione di qualche evento, una festa patronale o un matrimonio. Dove andranno a finire tutti questi palloncini? In spiaggia è molto frequente trovarli rotti, sgonfi con il nastro ancora attaccato, per cui è ipotizzabile che molti di loro vadano a finire in mare per poi ritornare in spiaggia.
In spiaggia è molto frequente trovare palloncini sgonfi
Ma un ingegnere italiano ci ha permesso di avere una risposta a questa domanda sperimentando le potenzialità di un palloncino nel viaggiare a lungo nel cielo. Ha utilizzato il classico palloncino che si vende alle feste patronali, lo ha gonfiato a metà con elio per evitare che una volta troppo in alto il gas lo facesse esplodere, ha utilizzato un piccolo gps trasmettitore alimentato con un piccolo pannello solare e ne ha seguito il suo percorso sulle mappe. È così che è nato il progetto Luisa, dal nome di sua madre. Roberto Pietrafesa, il protagonista di questa storia, è l’ingegnere che, insieme ai suoi colleghi, è riuscito a miniaturizzare un trasmettitore fino a raggiungere il peso di soli 4,85 grammi alimentato con 6 piccoli pannelli solari della dimensione di 39×19 millimetri. Nel suo primo volo di prova, l’1 dicembre 2019 ha percorso ben 3000 chilometri alla quota di 8700 metri e alla velocità media di 105 km/h. Per voli più lunghi il pallone dovrebbe raggiungere la quota di 11000 metri di altezza, la stessa in cui volano gli aerei di linea, e precisamente è quell’altezza in cui non ci sono nuvole e quindi nessun temporale potrebbe mettere in pericolo il volo del palloncino. Il secondo viaggio, il primo vero e proprio, ha avuto inizio il 19 aprile 2020 dai tetti di Monteiasi, Grottaglie (Ta). Il palloncino è rimasto in volo fino al 3 maggio percorrendo ben 11.000 km attraversando il Mar Rosso, il Golfo Persico, il Medio Oriente, per poi atterrare sulle montagne cinesi. Il terzo volo, il più breve, è stato il 6 gennaio del 2021 percorrendo solo, per così dire, 184 km in due ore e mezza. Aveva quasi attraversato l’Adriatico ma è precipitato prima di toccare l’Albania. Ma il vero lungo viaggio è rappresentato dal quarto lancio, il 6 marzo 2021. Il pallone, dopo alcune incertezze iniziali, ha raggiunto la quota di galleggiamento di 10600 metri di altezza per realizzare ben due circumnavigazioni della terra! Incredibile, il pallone dopo quasi 34 giorni di volo ha percorso ben 65721 km! Sarebbe bello poter avere una microcamera che trasmette h24 ma Roberto mi spiega che non è possibile, per ora, per una serie di motivi tecnici. Come scrive Roberto sul suo profilo facebook “il trasmettitore ha funzionato molto bene, per cui è molto probabile che il pallone sia scoppiato per normale usura del materiale, inabissandosi nell’Oceano Pacifico. Dopo l’ultimo segnale del 9 aprile al tramonto locale (alle ore 8:42 italiane), non ha più ripreso a trasmettere”.
Il pallone ha raggiunto la quota di galleggiamento di 10600 metri di altezza e ha completato 2 volte il giro del mondo!
Come potete aver capito i palloni che liberiamo in aria non scompaiono mai nel nulla, viaggiano a lungo ma prima o poi atterrano da qualche parte, in qualche campagna, sul tetto di una casa, su una montagna o, come spesso accade, in mare. Perché sempre nel mare? Semplice, perché il nostro pianeta è per oltre il 70% ricoperto di acqua quindi le probabilità che i nostri palloni cadano in mare è più alta. E, una volta in mare, quella plastica gommosa inizierà a fluttuare imitando delle meduse, così bene da trarre in inganno persino delle creature stupende come le tartarughe marine che proprio di meduse si cibano. Galleggiando poi saranno destinate a deteriorarsi al sole e rompersi in frammenti sempre più piccoli ingannando altri pesci. Purtroppo il destino di un pallone è scritto nel momento in cui decidiamo di lasciarlo volare o nel momento in cui ci sfugge di mano. Se vogliamo cambiare le cose, e dare un contributo nel risolvere l’inquinamento da plastica, lasciamo che Roberto e il progetto Luisa volino per tutti quanti noi condividendo tutti insieme quel sogno di volare alti e viaggiare per tutto il pianeta. Tra l’altro è possibile viaggiare a bordo dei palloni del progetto Luisa. Come? Roberto ha dedicato una sezione del suo sito a chi volesse lasciare una firma (digitale) sul suo pallone scrivendo il proprio nome e un pensiero o un desiderio da affidare al vento. Se qualcuno dovesse trovare il pallone al termine del suo viaggio potrà leggere l’indirizzo progettoluisa.com/go dove saranno indicati i nomi e i desideri dei viaggiatori virtuali.