
Ogni anno migliaia di navi cariche di container solcano gli oceani di tutto il mondo e, ogni tanto, qualcuno cade in mare. Purtroppo non sono pochi quelli caduti poiché il World Shipping Council (WSC) stima che siano stati persi in mare circa 1.382 container ogni anno, sebbene negli ultimissimi anni il numero si sia ridotto della metà, a causa del minor numero di incidenti. Nel corso della storia dell’era della plastica sono noti alcuni eventi particolari accaduti in varie parti del mondo dove, a causa della perdita di container, si sono osservati in spiaggia gli oggetti più strani.
In Cornovaglia spiagge invase da migliaia di bottiglie rosa
Sulla spiaggia di Poldhu, in Cornovaglia, un’infinità di bottiglie rosa ha invaso la bellissima costa. Questo accadeva nel gennaio del 2016 come conseguenza alla perdita accidentale di un container avvenuto nel maggio dell’anno precedente dalla nave mercantile DS Blue Ocean. Circa 7000 bottiglie rosa di detersivo Vanish arrivarono in spiaggia, ancora chiuse con il loro contenuto, ma pare che gran parte del container, le restanti dieci mila bottiglie, sia finito disperso in mare. I flaconi dovevano ancora essere etichettati ma il particolare formato e il colore li rendevano facilmente riconoscibili.
Milioni di Lego lungo la costa della Cornovaglia
Ancora una volta una di queste storie viene dalla Cornovaglia. Il 13 febbraio del 1997 la Tokio Express, una nave porta container, perde durante una violenta burrasca ben 62 container. In uno di questi erano presenti circa 5 milioni di pezzi di Lego a forma di animali marini, una curiosa coincidenza. E così dalla fine degli anni ’90 fino ad oggi, dopo quasi venticinque anni, continuano ad arrivare pezzi di lego sulle spiagge della Cornovaglia, e in tanti altri luoghi, percorrendo oltre cento mila chilometri. Sempre a proposito di Lego è curioso lo spiaggiamento di un lego gigante in varie spiagge del nord Europa. Nel 2007 un omino di lego in vetroresina, alto 2,5 metri e dal peso di oltre 40 chili, si spiaggerà nella località turistica olandese di Zandvoort. L’anno successivo ne verrà trovato uno sulla spiaggia di Brighton, a sud dell’Inghilterra, mentre nel 2011 ne verrà trovato uno simile sulle spiagge della Florida. Oggi sappiamo che, molto probabilmente, dietro il lego gigante vi era lo zampino di un artista olandese, Ego Leonard.
Il mistero delle paperelle gialle sull’Oceano
Nel gennaio del 1992 una nave cargo chiamata Ever Laurel, durante una violenta burrasca, perse parte del carico di un container. Questa volta il contenuto riversatosi sulle spiagge dell’Oceano pacifico riguardava circa settemila paperelle gialle galleggianti. C’erano anche altrettante tartarughe azzurre, rane verdi e castori rossi galleggianti. Secondo i calcoli questa paperelle indistruttibili hanno navigato per oltre 25 mila chilometri e pare che oltre ventimila di loro siano ancora in mare.
Migliaia di colorati ovetti Kinder sulle spiagge dell’isola di Langeoog
Questa è una storia che arriva da Langeoog, un’isola che attualmente conta quasi duemila abitanti e che fa parte dell’arcipelago delle Frisone Orientali, sulla costa nord-orientale della Germania. Era il 5 gennaio 2017 quando, a causa del mare in tempesta, una nave cargo danese, la “Maersk Reederei”, perdeva in mare ben 5 container. Uno di questi conteneva migliaia di ovetti Kinder colorati, con all’interno una sorpresa e un foglio di istruzione per il montaggio in lingua russa. Le spiagge dell’isola di Langeoog furono letteralmente invase da ovetti colorati, per la gioia dei bambini che li raccolsero insieme ai volontari per ripulire la costa. Ma questo evento, ovviamente, è stato visto con grande preoccupazione a causa dell’impatto che può avere la plastica in mare sugli ecosistemi e sui pesci. L’idea del sindaco di Langeoog di organizzare una mostra con gli ovetti e le sorprese raccolte per sensibilizzare sul grave problema che il mare sta vivendo da alcuni decenni ricorda l’idea del progetto Archeoplastica e dei suoi antichi rifiuti provenienti dal mare.
Le cartucce per stampanti sulle coste del Nord Atlantico
Nel gennaio del 2014 una nave cargo perse un container nell’Atlantico settentrionale. Da allora, grazie al lavoro di ricerca di Tracey Williams e del suo Lost at Sea project, sono state trovate circa 1.500 cartucce in Inghilterra, in Irlanda, in Portogallo e fino al limite del Circolo Polare Artico. L’Università inglese di Plymouth ha condotto un studio volto a meglio comprendere le correnti che hanno poi portato le cartucce nei vari luoghi dei ritrovamenti.